Politica
Pop di
Alberto Negri
(Articolo
apparso sul settimanale "Ordine e Libertà")
Già da tempo, se non si portano
paraocchi ideologici, ci si può accorgere che parlare di
Destra e di Sinistra oggi è anacronistico. Io credo che queste
distinzioni siano obsolete e certamente non hanno più ragion
d’essere.
In realtà oggi la vera scelta che gli Italiani sono chiamati
a compiere è fra una politica pop, incarnata da Berlusconi
e da alcuni leader della, Lega , e una politica post-ideologica
o postmoderna, incarnata da politici come Fini, Casini, Bersani,
Tremonti, Brunetta. Quest’ultima è una politica che
si basa sulla complessità, sulla razionalità, su ragionamenti
che affrontano la realtà delle cose cercando di offrire risposte
reali ai bisogni della gente. Quest’ultimi sono politici che
non vendono sogni o slogan padani.
Chi legge l’ultimo libro di Fini “Fare libertà”
può benissimo rendersi conto che determinati valori sono
orami di patrimonio comune e non più collocabili a destra
o a sinistra. Per esempio come non essere tutti d’accordo
sul valore della libertà, sul valore del merito. Discorso
quest’ultimo portato a vanti da tempo dal Ministro Brunetta,
anche se per ora in realtà si è limitato a cercare
di colpire i fannulloni, senza però intervenire davvero nella
promozione del merito.
La politica pop invece si costruisce sull’invenzione del nemico
che deve essere ridicolizzato, stereo tipizzato e trasformato in
capro espiatorio. Vedete che per esempio Silvio Berlusconi non entra
mai nel merito delle accuse che gli vengono rivolte, ma cerca sempre
di ribaltare l’accusa, proponendosi come vittima e accusando
gli altri di complottare contro di lui. Adesso si è inventato
il complotto formato da Magistrati, comunisti del PD e stampa. Ad
ogni accusa replica dicendo che la colpa è di questa triade
e che il popolo italiano premierà lui, l’eroe buono
e punirà i cattivi. Ha perfino messo in un libro i messaggi
di solidarietà che gli sono stati inviasti dopo l’incidente
e l’ha pubblicato con Mondadori (casa editrice di cui è
padrone) con il titolo già di per sé pietosamente
significativo di “L’amore vince sempre sull’invidia
e sull’odio”. Da una parte il partito dell’amore
e dall’altra quello dell’odio . Una semplificazione
tipica del linguaggio delle fiabe, dove l’eroe buono dotato
di superpoteri vince sempre sui cattivi.
E la Lega è diventata il cane da guardia del Premier, senza
vergognarsi del fatto che un tempo sul giornale “La Padania”
questo Premier veniva definito fascista. Ma sono stati sufficienti
alcuni ministeri per far diventare i leghisti i maggiori leccaculo
di Berlusconi. Sempre sulla Padania si scrivevano articoli di fuoco
contro l’assalto alla sanità della Lombardia operato
da Formigoni e dai ciellini. Oggi grazie a qualche assessorato a
loro concesso le camice verdi sono pronte a schierarsi ubbidienti
come cani fedeli ai piedi dell’odiato Governatore.
La politica pop non è la politica del fare come viene spacciata
per motivi di propaganda, ma è solo la politica del sembrar
fare, del simil-fare Gli unici che fanno realmente sono gli imprenditori
che si danno da fare con mazzette ed escort per ricevere appalti
e sub-appalti da dirigenti politici sempre più disposti a
mettersi in vendita. Si fa poco e male facendo credere alla gente
che si fa tanto grazie ad abili messaggi pervasivi e invasivi della
televisione. Per la sicurezza non si è fatto nulla di concreto
tranne evitare
La politica pop è infine la politica populista che afferma
di parlare a nome del popolo e che si sente consacrata dal potere
conferitogli dal popolo. E’ la politica che in nome del popolo-re
fa leggi che colpiscono solo chi nella società è più
debole, cercando in ogni modo di salvaguardare, per esempio attraverso
i condoni, gli scudi fiscali, la depenalizzazione del falso in bilancio,
chi è già ricco e potente. Anche la politica di riforma
del fisco andrà a beneficio di chi ha un reddito superiore
ai 40.000 euro all’anno. Chi guadagna meno continuerà
a pagare la stessa aliquota IRPEF.
Dall’altra parte però manca uno schieramento che, unito,
potrebbe anche vincere contro i politici pop.. Purtroppo Fini, casini,
Bersani militano in partiti diversi e continuano a proclamarsi di
destra, di centro e, di sinistra, senza capire che queste divisioni
oggi non hanno più ragion d’essere.
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