Quando fare fiducia è già fare politica di A.B.

(Articolo apparso sul quotidiano "Habiate Web")



La politica e i partiti, oggi in Italia, sono arrivati a un bivio: o cambiano la loro natura e i modi di comunicare con i cittadini, gli elettori, oppure la scena sarà occupata da forme di antipolitica e da estremismi che possono sfociare in derive fiduciarie pericolose.
Alberto Negri, già semiologo presso l’ALMED (scuola di master sui media) dell’Università Cattolica di Milano, con alle spalle volumi sul cinema postmoderno e sulla neotelevisione, in questo libro si occupa di comunicazione pubblica, di politica, ma non dell’“essere” della politica, compito che lascia volentieri ai politologi di mestiere, ma del “dire”, ovvero delle forme e delle strategie della comunicazione pubblica contemporanea, utilizzando esempi tratti dai discorsi messi in campo da soggetti politici italiani e internazionali. In particolare egli pone l’accento su quello snodo fondamentale e prioritario della comunicazione politica che è la questione fiduciaria. All’interno di ogni patto comunicativo, e di quello politico in particolare, la fiducia è la premessa e, allo stesso tempo, la base fondamentale su cui si regge ogni narrazione che abbia la prerogativa e l’ambizione di essere coerente ed efficace.

A questo proposito il libro, suddiviso in tre parti, prende in esame l’evoluzione del patto fiduciario con gli elettori. La prima parte introduce e presenta alcune caratteristiche fondamentali della comunicazione pubblica postmoderna, in cui il credere precede, e spesso mette in secondo piano, il sapere. La seconda parte analizza le forme e le strategie tipiche delle narrazioni iperrealiste (Berlusconi, Sarkozy,Di Pietro,Bossi, Grillo) che si sono imposte in questi ultimi anni, moltiplicando consenso e producendo risultati elettorali positivi. La terza parte si sofferma, invece, sulle modalità comunicative che appartengono alle narrazioni del nuovo realismo, costruite sulla premessa di una relazione fiduciaria condivisa e partecipata. Proprio questo passaggio dalla “fiducia sono io”(il leader sono io) alla “fiducia siamo noi”(il leader è il Movimento di cittadini) ha visto recentemente, da una parte, il trionfo inaspettato di Giuliano Pisapia e del Movimento Arancione a Milano e, dall’altra, l’affermazione del MoVimento 5 Stelle.

Nel libro comunque vengono citati e utilizzati, a titolo esemplificativo, diversi personaggi politici. In particolare l’autore si sofferma su Berlusconi, Obama Pisapia, Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle. Si tratta di personaggi politici fortemente simbolici ed emblematici proprio perché portatori di narrazioni spesso agli antipodi.
In particolare è stato scelto Berlusconi perché, anche se la sua parabola politica si è forse chiusa definitivamente (mai dire mai, vista la velleità mai doma di presentarsi ancora alle elezioni politiche del 2013, scegliendo anche di correre il rischio di un fallimento suo e di tutto il centrodestra), ha sdoganato un modello comunicativo che si è rivelato comunque vincente (al di là di ogni giudizio storico-politico), intrattenendo per circa un ventennio gli italiani in una sorta di ipnosi collettiva: tutto gli era permesso dire (anche, per esempio, dare del “coglione” a chi votava a sinistra) e fare (dalle feste per il relax del capo a palazzo Grazioli ai “bunga bunga” con le “nipoti di Mubarak” nella villa di Arcore) senza mai perdere consenso, vincendo elezioni su elezioni. Berlusconi ha avuto il merito (o il demerito, dipende dai punti di vista) di sedurre, con il suo messaggio e con la sua persona, parte fondamentale del messaggio, milioni di italiani. Possiamo dire, utilizzando le parole di Negri, “che per circa vent’anni gran parte dell’elettorato italiano ha vissuto come il protagonista del film The Truman Show all’interno di una bolla simile alla città, Seaville, in cui Truman viveva, che era la capitale del falso generalizzato. O per dirlo in termini televisivi, all’interno di un format dove qualcuno, come nei reality, gli aveva apparecchiato una realtà artificiale perfetta a cui credere, una narrazione a cui aderire. In questo modo Berlusconi si è conformato perfettamente a una sceneggiatura politico-televisiva che, a differenza di Truman, lui stesso si è costruito”.

“E’ stato scelto il metodo Pisapia invece - afferma Negri – perché esso rappresenta l’affacciarsi sulla scena della comunicazione pubblica di un nuovo modello vincente, più orientato alla realtà, meno virtuale, fortemente partecipativo e coinvolgente, pur non essendo immediatamente seducente. Un modello forse meno intriso di parametri e stereotipi della postmodernità di quello proposto da Berlusconi, che però ha il merito innegabile di aprire, come avremo modo di osservare, spiragli di un vento nuovo all’insegna di una democrazia neomoderna o neoilluminista, in cui sia possibile coniugare la realtà e la verità con l’emozione e con la passione, la libertà con la partecipazione”.

Infine l’autore, analizza la narrazione a “5 Stelle”, visto che il fenomeno di Beppe Grillo e del suo MoVimento si sta imponendo ormai a livello nazionale come l’ultimo evento comunicativo della nuova “anti-politica”. In questo senso il libro è di estrema attualità poiché per la prima volta viene svolta un’analisi scientifica del “grillismo”.
E’ altresì interessante il fatto che il taglio di questo lavoro non è certo accademico, ma volutamente divulgativo. Infine un valore aggiunto al libro stesso è certamente la prefazione che il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha voluto scrivere su invito dell’autore.




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