Miracolo a Milano per preparare quello di Bià di Alberto Negri

(Articolo apparso sul quotidiano "Habiate Web"
)


A Milano ha vinto la persona migliore, quella che più di altri ha una visione e una progettualità politica nuova. L’avvocato Pisapia può davvero aprire una nuova pagina politica o, come si dice oggi, un nuovo racconto su Milano. Un racconto che vede le persone al centro e non le cose o le case. Milano è una città che ha bisogno di ritrovare la sua anima, che non è fatta solo di cemento e auto. Per fortuna non tutti i Milanesi sono immobiliaristi e affaristi. A questo proposito le primarie sono state fondamentali per la scelta del candidato giusto. E così dovrà essere anche per il centrosinistra abbiatense in occasione delle prossime elezioni amministrative.

L’architetto Boeri, pur essendo una persona valida, sarebbe stato l’ennesimo tentativo di mettere un tecnico bravo, magari come urbanista, ma incapace di ridare un’anima alla città. I dirigenti del PD metropolitano, come già succede da qualche anno a questa parte (le candidature Penati ne sono l’emblema) non hanno capito niente e invece di lasciare libere le candidature hanno preferito blindare quella di Boeri, bombardando iscritti ed elettori con sms e mail, contenenti indicazioni di voto. Questo tentativo fortunatamente è fallito. La gente del PD, l’elettorato del PD e del centro sinistra, molto più accorto e lungimirante dei suoi dirigenti, aveva premiato la candidatura dell’avvocato Pisapia. Candidatura nata in mezzo alla gente e non nei salotti della politica politicante.

Io ho avuto occasione di conoscere personalmente Pisapia all’inizio del suo cammino elettorale. Ho avuto modo di incontrarlo più volte e di avere uno scambio proficuo con lui, via mal, sulla comunicazione e sul nuovo racconto politico di Milano. L’impressione che ne ho ricavato è stata veramente positiva. Ho avuto la certezza di trovarmi di fronte a una persona onesta, per bene, dotata di grande passione civile. Una persona che fa politica, ma che non vive di politica. Soprattutto una persona fuori dagli intrallazzi di palazzo, lontano anni luce dai miserabili intrighi di quei mediocri funzionari di partito che invece di politica vivono. E pur di non perdere il loro posto e il loro stipendio si accontentano anche di perdere le elezioni.
Ricordo anche che Pisapia aveva detto che contro la Moratti avrebbe avuto più possibilità lui di Boeri, perché la sua persona era apprezzata anche in quegli ambienti della borghesia moderata e illuminata milanese, stanca del berlusconismo e della Moratti. E così è stato.
Questa affermazione di Pisapia, già a prescindere dal risultato del ballottaggio, evidenzia alcuni elementi importanti che dovrebbero indurre a una riflessione anche i partiti del centrosinistra locale, in primis il PD.

Innanzitutto è importante ascoltare i cittadini e sulla base di questo input redigere un programma e successivamente sulla base dei contenuti di questo programma cercare alleanze e proporre un leader che sia credibile a tutti gli Abbiatensi.
In secondo luogo il leader candidato sindaco, che emergerà dalle primarie, deve essere una persona competente, affermata nella sua professione, capace di dialogo ma anche di decisionismo. Ma soprattutto deve essere una persona nuova. Pisapia ha vinto perché ha rappresentato bene la voglia di cambiare, la voglia di un vento nuovo. Il leader non può essere un ex (sindaco, vicesindaco, assessore, ecc.ecc). ovvero una persona che ha già ricoperto cariche istituzionali in passato per più mandati. La gente vuol girare pagina, altrimenti tanto vale tenersi l’Albetti di turno, ovvero un ex che bazzica la scena politica locale da oltre trent’anni.
Pisapia ha saputo costruire un contratto fiduciario con i Milanesi all’insegna del cambiamento, non di quello anagrafico spesso solo apparente, ma di quello vero, che non dipende dall’età. In questo senso Pisapia è un giovane che ha portato in piazza migliaia di giovani perché il suo modo di fare politica è nuovo. Nel mese di Maggio del prossimo anno, ad Abbiategrasso, dovrà ripetersi lo stesso miracolo di Milano con un Pisapia abbiatense.




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