La politica del nemico continua di Alberto Negri

(Articolo apparso sul settimanale "Ordine e Libertà"
)


Da qualche tempo i programmi di intrattenimento di Rai 1 e di Canale 5, in onda al mattino e alla domenica pomeriggio, quindi indirizzati alle famiglie, ai pensionati e alle donne, soprattutto casalinghe, stanno utilizzando i due casi di cronaca nera più alla moda cioè quello dell’uccisione di Sara e quello dell’uccisione di Yara, per costruire pian piano l’idea nell’opinione pubblica che i magistrati sono incompetenti, incapaci di risolvere i casi.

Ogni occasione è buona per mettere in risalto il cattivo operato della magistratura inquirente. Regolarmente vengono invitati giornalisti e opinionisti che fanno a gara per attribuire ogni colpa ai magistrati.
Un tempo il nemico era rappresentato dagli stranieri e dagli extracomunitari , protagonisti del racconto pre-elettorale, ora il nuovo nemico è la Magistratura, colpevole di essere scesa in campo contro Berlusconi.

In questo modo l’opinione pubblica viene “preparata” ad accettare la legge sulla giustizia (dove ad essere “giustiziati” questa volta sono i magistrati) che il Parlamento sta discutendo. Basta avere i mezzi, ovvero le televisioni disponibili, per creare un racconto del nemico che sia efficace dal punto di vista comunicativo.

I due avvenimenti di cronaca nera, citati prima, si prestano bene, perché ci sono due vittime giovani che muovono facilmente le emozioni e gli istinti della gente, e nel contempo non ci sono colpevoli sicuri. In un caso si brancola nel buio, nell’altro i presunti colpevoli sono troppi. Quasi automaticamente chi diventa l’antagonista della verità, cioè il nemico che non permette la risoluzione del caso: naturalmente i magistrati che svolgono le indagini senza risolvere il caso e che , anche se detto in modo implicito, perdono tempo per indagare sul mondo delle escort berlusconiane. Per fortuna le televisioni hanno già stabilito che in verità le due povere ragazze sono vittime dei magistrati che non sanno fare il loro dovere, così come è vittima Silvio, sottoposto a uno stillicidio processuale da parte di una magistratura comunista, politicizzata e antagonista della volontà popolare e del suo mandato elettorale.

La politica del nemico è molto efficace ai fini del consenso. Oggi può metterla in atto solo chi ha i mezzi adatti i per gestire un racconto seriale televisivo. Questo è possibile non solo manipolando l’informazione cioè i Tg, ma agendo sui programmi di intrattenimento, cioè quelli su cui l’attenzione dello spettatore è meno vigile e più forte è la sospensione dell’incredulità. I processi di costruzione di una realtà seconda (cioè di una simul-realtà , ovvero di un simulacro di realtà) e di formazione dell’opinione pubblica risultano più efficaci nei programmi di intrattenimento o di gossip, come l’ultimo di Alfonso Signorini, piuttosto che nei talk-show come “Anno zero” o “Ballarò”. Quest’ultimi infatti non spostano né voti ,né consensi. Berlusconi, in quanto esperto della comunicazione, lo sa e quindi non li teme poiché non rappresentano un vero pericolo in termini elettorali, altrimenti avrebbe già trovato il modo per cancellarli dal palinsesto. Sono solo un fastidio in termini di sputtanamento, ma nulla più di questo. Proprio come i diversi processi, fra cui quello più clamoroso che ha visto come protagonista una minorenne, sono solo un fastidio in termini di immagine nazionale internazionale. In termini elettorali non sono un pericolo, Questo perché chi fa il tifo per Berlusconi non cambia e non cambierà idea, mentre chi già fa il tifo contro Berlusconi continuerà a farlo come prima dei processi.
Questa è l’Italia e questa è politica italiana da tifosi.




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